CBAM: cosa cambia e come prepararsi al nuovo meccanismo europeo di carbon‑pricing alle frontiere
Con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del Regolamento (UE) 2025/2083 dell’8 ottobre 2025, il sistema CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism), a partire dal 1° gennaio 2026, entra in una nuova fase, più flessibile e operativa. Tale regolamento modifica e integra il Regolamento (UE) 2023/956, introducendo significative novità per imprese, importatori e autorità competenti.
Queste modifiche si inseriscono all’interno del pacchetto legislativo “Omnibus”, un’iniziativa della Commissione Europea volta a semplificare il quadro normativo, rafforzare la competitività e liberare risorse per nuovi investimenti.
Che cos’è il CBAM?
Il CBAM è lo strumento adottato dalla Commissione Europea per prevenire il cosiddetto carbon leakage, ovvero la delocalizzazione delle produzioni ad alta intensità di emissioni verso Paesi con standard ambientali meno stringenti. Il meccanismo impone che le merci importate in UE nei settori più emissivi – tra cui acciaio, cemento, alluminio, fertilizzanti, idrogeno, elettricità – siano soggette a un costo equivalente a quello sostenuto dai produttori europei per le loro emissioni.
L’obiettivo è duplice: garantire condizioni di concorrenza eque per le imprese europee e incentivare la riduzione globale delle emissioni climalteranti.
Le principali novità del regolamento 2025/2083
Il nuovo regolamento interviene per rendere il CBAM più proporzionato e applicabile, introducendo maggiore flessibilità, criteri semplificati e nuove tempistiche.
1. Soglia minima di esenzione
Dal 1° gennaio 2026 sarà in vigore una soglia di esenzione pari a 50 tonnellate annue per ciascuna categoria di merci soggette. Sotto questo limite, gli importatori non saranno tenuti ad adempiere agli obblighi CBAM. Questa misura rappresenta un vantaggio significativo soprattutto per piccole e medie imprese e operatori privati, che costituiscono la maggior parte dei soggetti coinvolti.
2. Nuove scadenze operative
- La prima dichiarazione CBAM dovrà essere trasmessa entro il 30 settembre 2027 e riguarderà le importazioni effettuate nel corso del 2026.
- L’obbligo di acquisto dei certificati CBAM sarà posticipato a partire da febbraio 2027.
- L’obbligo di copertura, inizialmente fissato all’80% delle emissioni incorporate, viene posticipato al 2027 e ridotto al 50% su base trimestrale.
3. Deroga transitoria
In origine, dal 1° gennaio 2026, chiunque importasse beni soggetti al CBAM avrebbe dovuto ottenere preventivamente lo status di dichiarante autorizzato. Con la modifica viene ora prevista una deroga transitoria: gli operatori che presenteranno domanda di autorizzazione entro il 31 marzo 2026 potranno continuare a importare temporaneamente anche se superano la soglia di 50 tonnellate, fino a decisione formale da parte dell’autorità competente.
Anche i rappresentanti doganali indiretti potranno operare in ambito CBAM, purché dotati dello status di “dichiarante autorizzato”, assumendo la responsabilità degli obblighi connessi all’importazione.
4. Calcolo delle emissioni: più opzioni disponibili
Per la determinazione delle emissioni incorporate nei prodotti importati, le imprese avranno la possibilità di scegliere tra:
- valori standard ufficiali pubblicati dalla Commissione Europea;
- valori storici relativi a prodotti analoghi immessi sul mercato l’anno precedente.
Impatti attesi per le imprese italiane
Le aziende coinvolte – in particolare operanti nei settori acciaio, alluminio, fertilizzanti, cemento, energia elettrica e idrogeno – dovranno attrezzarsi per garantire la conformità al nuovo sistema. I principali ambiti di intervento includono:
- Mappatura dettagliata delle importazioni per verificare il superamento della soglia;
- Implementazione di sistemi digitali per la raccolta, verifica e rendicontazione delle emissioni incorporate;
- Revisione delle politiche di acquisto e della catena di fornitura, con focus sulla tracciabilità;
- Pianificazione degli acquisti dei certificati CBAM;
- Formazione interna e aggiornamento dei processi amministrativi e doganali.
Come prepararsi?
✔ Verifica se i tuoi prodotti rientrano nelle categorie soggette
✔ Analizza le emissioni incorporate e valuta le fonti dati disponibili
✔ Progetta un sistema di gestione CBAM integrato con i processi aziendali
✔ Informa e forma il personale coinvolto
✔ Pianifica l’accesso ai certificati CBAM per tempo
Il tempo per prepararsi è limitato. Il 2026 segnerà l’inizio di una nuova fase per la gestione delle emissioni nel commercio internazionale. Pianificare oggi significa non solo evitare sanzioni, ma costruire un vantaggio competitivo in uno scenario sempre più orientato alla sostenibilità.
Se desideri supporto per comprendere gli impatti del CBAM sulla tua attività o per predisporre gli strumenti necessari alla conformità, il nostro team è a disposizione per una consulenza mirata.
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